Il lungo cantiere della sede centrale della Banca Nazionale del Lavoro era quasi al termine quando il presidente della banca, Arturo Osio, ammirato dalla realizzazione di Via della Conciliazione a Roma, volle conoscere l’ingegnere Cesare Pascoletti. Anche in questo caso, Marcello Piacentini giocò un ruolo importante, poiché Pascoletti era un suo talentuosissimo allievo. L’incontro fra Osio e Pascoletti sfociò in immediata amicizia, tanto che nel 1936 gli affidò la progettazione della Casa della Musica, che sarebbe diventato uno dei primi spazi multimediali della Capitale.
Gli anni ’30 erano di grande fermento e per la Banca Nazionale del Lavoro fu una decade esplosiva in termini di crescita, tanto che la sede del Piacentini, appena consegnata, già risultava stretta alle esigenze di quella che allora era ormai la più grande banca italiana. Nel ’38 la BNL acquisì il palazzo adiacente, prospiciente su Via Veneto e Via Versilia, realizzato dall’INA nel 1926 su progetto di Ugo Giovannozzi. Dobbiamo aspettare gli anni ’50 per un ulteriore ampliamento; nel 1952, infatti, BNL rilevò il palazzo del 1931 che completava l’isolato su Via Versilia e Via San Basilio.
In quegli anni il nuovo presidente della banca Giuseppe Imbriani Longo, visionario quanto il suo predecessore, concedette importanti finanziamenti alla Fiat guidata da Vittorio Valletta, decretandone il grande successo nel secondo dopoguerra, ma fu anche amico e sostenitore di Enrico Mattei, aiutandolo a fondare l’ENI. Il nuovo presidente era anche appassionato di architettura e pensò di fare lavorare assieme due figure simbolo del periodo prebellico: Pascoletti e Piacentini.
Così, mentre in un ristorante di Trastevere nel 1958, lo spogliarello improvvisato della ballerina turca Kiash Nanah sanciva la nascita della Dolce Vita romana, in Via Veneto Pascoletti e Piacentini avviarono i cantieri per rendere i tre edifici BNL un unico e armonico palazzo. Il progetto prevedeva l’inserimento di tre campate di facciata dal corpo principale all’edificio di Giovannozzi. L’occasione fu anche utile per rivedere gli spazi interni e segnatamente la sala del Consiglio e la zona del pubblico della filiale, al piano terra.
Mentre i lavori proseguivano, Via Veneto divenne il cuore pulsante della Dolce Vita che si concentrava poco distante, al Grand Hotel Excelsior, al ristorante Doney e al Cafè De Paris, dove si incontravano e mischiavano jet set internazionale, giovani attori in cerca di fortuna, aspiranti soubrette, intellettuali e gli immancabili paparazzi.
Nel 1960 la Dolce Vita di Fellini venne proiettato per la prima volta al cinema Fiamma a due passi da Via Veneto e la nuova sede della Banca Nazionale del Lavoro venne inaugurata. Piacentini morì quell’anno, Pascoletti per gran parte di quel decennio progettò e costruì diverse sedi BNL in tutta Italia e nel 1966 Giuseppe Imbriani Longo lasciò la banca dopo averla portata al nono posto della classifica delle banche più importanti al mondo. Nel 1968 le contestazioni studentesche chiusero per sempre il periodo della Dolce Vita a Roma.